COFFE AND CIGARETTES (2003) DI JIM JARMUSH - Il jukebox di Tesla
Louie louie che suona nei titoli di testa (e anche in quelli di coda, ma ne parleremo) già di per sé apre l'immaginario estetico dell'opera di Jarmusch.
In Coffee and cigarettes i suoni e le immagini si intrecciano rendendo l'opera un grande album musicale/visivo. Parlavamo di Louie Louie di Richard Berry and the Pharaohs, la prima e originale versione, il brano più coverizzato della storia del r'n'r, è un classico doo-wop di metà anni '50, ballabile, con tanto di coretti sdolcinati, ma la versione più conosciuta è quella del '63 dei Kingsmen, e qui è un'altra storia, poiché rifanno il brano in uno sfasciato r'n'r incasinato e rumoroso (per l'epoca) adatto a sballoni della middle class bianca americana (vi ricordate la storia dei bianchi che rubavano la musica ai neri e ci facevano anche dei soldi? Perfetto! Questo è un esempio!) e non può non venire in mente la scena della festa delle matricole nella Delta House in Animal House dove in preda a deliri alcolici si balla questo pezzo. Ma perchè mi soffermo su Louie Louie? Perchè è stata importante per la nascita di tante band della metà anni '60 (ho detto garage? Eh..si tratta proprio di band garage!) una di queste si chiamava The Iguanas e ci suonava come batterista Iggy Pop (l'iguana per l'appunto). Iggy, anche lui presente in uno degli episodi di Coffee and Cigarettes insieme a Tom Waits, e mentre discutono e un pò si scontrano su caffè, sigarette e musica, il jukebox suona un pezzo di musica hawaiana (Hanalei moon di tale Jerry Byrd).Mi è sempre piaciuto pensare che il regista qui giochi un po’... Un incontro, due rumoristi come Iggy e Waits (e qui si parla del Tom Waits moderno post Bone machine) possibile che ascoltino un palloso pezzo di musica hawaiana e ognuno non trovi nel jukebox un pezzo dell'altro?
E Iggy Pop con gli Stooges sono i protagonisti anche dell'episodio con Jack e Meg White (gli White Stripes): dal jukebox arriva sparato tutto l'inizio di Down on the street, primo pezzo di Funhouse, secondo album dei Stooges, in pratica: l'invenzione del punk! Jack spiega ed espone a Meg, la bobina di Tesla, un trasformatore ad alta tensione che può generare dei fulmini, che è sempre una questione di elettricità (visiva, musicale, tecnica) e mi viene in mente un' intervista a Grandmaster Flash in cui diceva che da piccolo era attratto da tutte le cose elettriche, tutto ciò che si poteva attaccare ad una presa: dj, chitarristi, musicisti…che forse alla fine fanno musica solo per sentire e produrre elettricità. Chissà se anche Tommy James and the Shondells la rifacevano Louie Louie…qui sono presenti invece con Crimson and Clover del '68, uno dei brani classici dei Sixties, anche questa stra-coverizzata in Italia e Soli si muore di Patrick Samson, forse una scelta troppo scontata da parte di Jarmusch. I legami nel film ci sono sempre, la discussione sull'appropriazione delle
musiche nere da parte dei bianchi (ricordate?) la fa da protagonista nell'episodio Gemelli, in cui si parla di Elvis e dei suoi saccheggi musicali tra due gemelli afroamericani ed un cameriere (Steve Buscemi) lo stesso che ne Le Iene di Tarantino non voleva dare la mancia alla cameriera, e qui invece lui non se la merita proprio. Merita però simpatia come cameriere Bill Murray, che in uno dei cortometraggi ha a che fare con RZA e GZA (Wu-Tang Clan) mentre in sottofondo da un jukebox che non si vede ma che deve esserci, suona Nappy Dugout dei Funkadelic, un funk che parte dalla giungla africana ed arriva in un astronave ai confini dell'universo…straordinaria. I Funkadelic sono presenti nella colonna sonora anche con A joyful process uno strumentale funk che parte in sordina, poi esplode portandosi dietro tutta la cultura della black music, da Jimi Hendrix a James Brown e Sly Stone e naturalmente i Parliament (George Clinton è stata la voce di entrambe le band). Da segnalare anche Nimble foot ska dei Skatalites, favoloso strumentale rocksteady con sassofono da atmosfera jazz, di Rolando Alphonso in primo piano, che guida tutto il pezzo. Ed infine si torna a Louie Louie…Nei titoli di coda c'è quella fatta da Iggy Pop (da American Caesar del '93) ed è ancora diversa da altre centinaia di versioni, è lenta, grezza e minimale, con delle chitarre metalliche in primo piano, la voce è limpida e quasi glam, gli assoli sono puro punk/blues. Alla fine questo brano ha attraversato tutta la pellicola e come il r'n'r si è ripetuto e trasformato (e neanche tanto) ma a me piace così.
E con questo il cerchio si chiude.
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Massimo Fiore